Accompagnato dalla splendida colonna sonora della canzone "Siamo i ribelli della montagna", rielaborata dai Modena City Ramblers (insieme a Bandabardò). Mirabile esempio di riutilizzo della tradizione in chiave moderna.
C'eravamo tanto amati... un film che racconta di un gruppo di amici (Gassman, Manfredi e Sattaflores), ex partigiani, che si rincontrano dopo tanti anni e si scoprono divisi dall'amore, dalla politica e della posizione sociale. Sattaflores, intellettuale estremista inconcludente, che non riesce nemmeno a sfruttare l'occasione della sua vita (non per colpa sua, in verità), della celebrità e del successo offerto da "Lascia e raddoppia". Manfredi, eterno portantino (comunista) all'ospedale di Roma, destinato a non fare mai carriera a causa del suo carattere generoso e rissoso, come quello del popolino romano. E soprattutto Vittorio Gassman, giovane avvocato arricchito grazie al matrimonio di interesse con la figlia di un palazzinaro romano (un esilarante Aldo Fabrizi), che si scopre solo ed infelice per aver rinunciato per sempre all'unico vero amore della sua vita (la bellissima Stefania Sandrelli, che gli ha preferito il povero ma sincero amico portantino).
C'eravamo tanto amati... un modo anche di commentare la partecipazione a questo blog. Consentitemi un'autocitazione: nel primo post del lontano 30 dicembre scrivevo "il triste destino dei blogs è quello di finire dimenticati e trascurati, deserti come i cortili scolastici la domenica, patetici rottami in cui incappare casualmente con i motori di ricerca".
Per parte mia, non ci potrebbe essere modo migliore per ricordare e celebrare il 25 aprile, festa che veniva celebrata persino dai nostri ex governanti democristiani come di tutti gli italiani (non altrettanto dai nuovi).
C'eravamo tanto amati... un film che racconta di un gruppo di amici (Gassman, Manfredi e Sattaflores), ex partigiani, che si rincontrano dopo tanti anni e si scoprono divisi dall'amore, dalla politica e della posizione sociale. Sattaflores, intellettuale estremista inconcludente, che non riesce nemmeno a sfruttare l'occasione della sua vita (non per colpa sua, in verità), della celebrità e del successo offerto da "Lascia e raddoppia". Manfredi, eterno portantino (comunista) all'ospedale di Roma, destinato a non fare mai carriera a causa del suo carattere generoso e rissoso, come quello del popolino romano. E soprattutto Vittorio Gassman, giovane avvocato arricchito grazie al matrimonio di interesse con la figlia di un palazzinaro romano (un esilarante Aldo Fabrizi), che si scopre solo ed infelice per aver rinunciato per sempre all'unico vero amore della sua vita (la bellissima Stefania Sandrelli, che gli ha preferito il povero ma sincero amico portantino).
C'eravamo tanto amati... un modo anche di commentare la partecipazione a questo blog. Consentitemi un'autocitazione: nel primo post del lontano 30 dicembre scrivevo "il triste destino dei blogs è quello di finire dimenticati e trascurati, deserti come i cortili scolastici la domenica, patetici rottami in cui incappare casualmente con i motori di ricerca".
È un po' quello che sta avvenendo ultimamente: tanti di noi, che apparivano così entusiasti all'inizio, non si fanno mai vivi. Nemmeno per allietarci con una foto dei loro pargoli, o con una cartolina di saluto. Ma non importa: non scrivo questo per redarguire nessuno. Se son rose, fioriranno, dice il proverbio. Ovvero, se continuerà ad esserci interesse ed entusiasmo spontaneo, il blog vivrà, altrimenti pazienza: farà la fine della sinistra arcobaleno (permettetemi la metafora politica!). In ogni caso una funzione l'ha avuta: ha permesso a molti di noi di reincontrarsi, di avere notizie l'uno dell'altro, di vivere qualche brandello di comunità virtuale, che a tratti è sembrata quasi divenire reale. Per quanto mi riguarda, è stato uno spazio che mi ha tenuto compagnia nei momenti di maggiore difficoltà e solitudine della mia avventura americana, un piccolo diario pubblico che si giovava della vostra compagnia e vicinanza.
Come ho detto: se son rose, fioriranno. Non è il caso di prendersela troppo. Nietzsche diceva: "amo le brevi abitudini...".
Buon 25 aprile a tutti!