giovedì 17 aprile 2008

Deliri post elettorali


È sera, sono in ufficio, devo ancora preparare un test per domani, non ho voglia di farlo, scrivo sul blog. 
Il risultato di queste elezioni ha lasciato senza fiato, più che per la vittoria abbastanza annunciata di una parte, per la scomparsa di un altra. Che dire? Forse di questo non importa a nessuno (perlomeno ai frequentatori di questo blog), forse effettivamente se la sono cercata, forse è una naturale legge dell'evoluzione quella secondo la quale gli organismi che non sono in grado di adattarsi all'ambiente spariscono, però mi dispiace. Voi direte: ma chi se ne frega. Tutto è destinato a scomparire, persino noi stessi, e tu ti stai a preoccupare di che cosa? Niente di più di un simbolo colorato. Che effetto avrebbe avuto poi sulle nostre vite quotidiane se qualche milione in più di persone avessero messo la crocetta con la matita sul quel simbolo? Probabilmente nessuno. Che forse non ci dovremmo alzare lo stesso tutti i giorni per andare a lavorare, fare il bagnetto alla bambina prima di andare a dormire, lavare i piatti ogni tanto, quel che basta per non farsi insultare dal partner? Che cosa sarebbe cambiato per esempio per questo loquace migrante peruviano che tutte le sere si fa il giro dei corridoi per vuotare i cestini degli uffici, cercando sempre di attaccare bottone – chissà perché – soprattutto con me? Forse che ai tanti come lui, in Italia e in Europa, se si superava il quorum gli toccava di vuotare meno cestini, alzarsi mezz'ora più tardi la mattina, andare a lavorare in monopattino? Non credo proprio. In fondo proprio a quelli come lui, i calci nel culo non mancheranno mai nella vita.
Forse è vero che veniamo al mondo tardi, ce ne andiamo troppo presto, e per il tempo che ci è dato di vivere ci scordiamo anche di pulire il water. Eppure c'è qualcosa che non torna in questo discorso. Infatti a volte sono proprio le cose più inutili e più piccole che ci fanno felici: una melodia mattutina, il vento profumato della primavera, la scollatura di una vicina di scompartimento. Alcuni si contentano persino di un SUV da duecentocinquanta cavalli. 
A me bastava ancora meno. Mi bastava un arcobaleno.

4 commenti:

iana ha detto...

caro vincenzo sono pienamente d'accordo con te. E come potrebbe essere diversamente, io che sono cresciuta non con l'arcobaleno, ma con falce e martello (mio nonno è stato uno di quelli che il PCI l'ha cresciuto e per il quale è stato deputato; ma è stato anche quello che mi ha insegnato che è giusto sentire l'opinione di tutti). E' come se gli italiani si fossero scordati una parte della storia d'Italia o non la volessero più ricordare e questo è veramente triste.
Sono dell'opinione, comunque, che sia ora il momento per rimboccarsi le maniche e lavorare per far si che questa situazione (è come una persona a cui hanno amputato un braccio) cambi radicalmente e sull'Italia torni a "brillare" l'arcobaleno.

Anonimo ha detto...

Anch'io sono d'accordo con te. Ma forse qui sta il problema. La gente vuota i cestini per qualche centesimo l'ora, fa il bagno alla bambina che forse da grande non avrà nè lavoro nè pensione, si ammazza di fatica senza prospettive e con contratti precari. E la sinistra parla di falci e martello, di "soggetto unitario e plurale", di "contaminazione tra culture" e quant'altro. Bisognerebbe ricostruire un nesso tra la vita quotidiana di chi lavora e fatica, e la dimensione politica. Non credo che luminari della scienza come Bertinotti, Diliberto, Pecorario Scanio e Mussi siano in grado di assumersi questo compito. Devono farlo gli altri, tutti gli altri, a partire da noi. Come dobbiamo fare, naturalmente, non ne ho idea. Ma mi sembra già un progresso il fatto che noi cominciano a pensarci: quegli altri, chiusi nei loro uffici, pensano a sbranarsi a vicenda. Ma questo, forse, è uno sfogo un po' cattivo.

Un grande abbraccio a te e alla bambina (che, dalla foto, sembra bellissima: lo è anche dal vivo?)

Sergio

il Gion ha detto...

Scusate ma non riesco a condividere la malinconia del momento.
Perciò mi limiterò ad aggiungere solo qualche preziosa pillola di saggezza e praticità: (1) Vince, credimi, non è necessario fare il bagnetto alla bimba TUTTE le sere, noi abbiamo presto adottato una frequenza minore ed è andato tutto benissimo, bimbe felici, pulizia e sonni tranquilli comunque garantiti; (2)appena abbiamo potuto, io e Rita ci siamo muniti di "santa lavastoviglie" e tolto di mezzo (almeno) un motivo di insulto...; (3) i calci nel culo non mancano mai nella vita, anche a quelli come noi, punto; (4) ti lascio una traduzione autentica del principio che hai sì bene enunciato: "life is hard and then you die". Ora però non mi viene una battuta per chiudere...
E dire che volevo farvi un po' sorridere. Giusto, mi è venuto im mente cosa direbbe il Matte (o Crautino): "VIVA LA T...!"
: ))

vinmele ha detto...

Nemmeno un filo di pietà in più per il poverodannatodellaterrarottonelculodisgraziatoproletariomortaccisua? Eppoi, se uno le bimbe le mettesse direttamente nella lavastoviglie insieme ai piatti? Un classico esempio di due piccioni con una fava...