venerdì 26 settembre 2008

Apples Ranch


Cari amici vicini e lontani, tanto per distogliere il discorso dalla pericolosa deriva onanistica che aveva preso ultimamente (mea culpa, lo ammetto), mando questo foto della graziosa casetta dove andrò a vivere a partire da mercoledi prossimo. Il resto della famiglia arriverà venerdì, accordi sindacali dell'Alitalia permettendo. La casa si trova a due passi dal campus (separata da un boschetto) e rappresenta quindi l'ideale per chi, come me, non si rassegna all'idea di andare a lavorare in macchina come fanno il 99,99% degli americani (lo 0,01 vive direttamente in ufficio). Saremo dunque liberi di utilizzare l'ormai mitico SUV per i minuti piaceri, oltre che ovviamente per accompagnare la bimba a scuola e fare la spesa. A proposito del mitico devo comunque aggiungere che è una vera goduria riempire tre quarti di serbatoio con $30 (20,5 Euri, ad un cambio pessimista). Tutto ciò nonostante l'attuale prezzo del petriolio alle stelle! Figuriamoci qualche anno fa. Questo è uno dei motivi non secondari per cui gli americani sono stati abituati pure ad andare a pisciare con la macchina.
Come diceva Mario Marenco negli anni 70: Waldheim!

7 commenti:

matte ha detto...

Grazie Vince per averci fatto vedè qual'è la casa che devasteremo io e marvi quando si viene (entreremo dalla porta principale cor tù suvve così ti viene un corpo doppio).
matedelinguente

Naji ha detto...

...quelle casine americane che si vedono in TV portate via dall'uragano di turno,
ma tanto gli americani si assicurano su tutto, hehehehehehehehe!!

matte ha detto...

Bravo Michele, è proprio quella, la casa dei tre porcellini che ezechiele lupo la tira giù cor un ruto......
materutatore

vinmele ha detto...

Andate un po' a fan.. in coppia.

matte ha detto...

Siam tre piccoli porcellin, siamo tre, maialin, e la casa di Vince non reggerà, trallalero là.....
matelupo

vinmele ha detto...

Te sei di sicuro quello grosso. Non mi ricordo bene: c'era?

Valeria ha detto...

Effettivamente, non so perchè ma le case americane come questa mi danno sempre un senso di precarietà. Sarà che sono fatte di legno....noi siamo abituati al solido mattone se non addirittura alla pietra (per me il non plus ultra sotto molti aspetti!).
Ciao