lunedì 29 settembre 2008

Lo spaccone


Di parole e dichiarazioni Paul Newman ne ha sempre fatte poche. Schivo e riservato, taciturno e riflessivo, il divo dagli occhi di ghiaccio ha però sempre distillato riflessioni coscienziose sul suo ruolo sociale d'attore e di icona dello spettacolo. Un Newman condensato in poche righe: "democratico" atipico, osservatore politico, filantropo generoso.

Il mestiere dell'attore
«Ecco una cosa che mi spiace del mestiere dell'attore: il guadagno eccessivo. Non è colpa dell'attore, d'accordo, non si può cambiare la legge irrevocabile della domanda e dell'offerta: però non è giusto lo stesso. Esiste una tal sproporzione tra la posizione di privilegio di cui gode nella società moderna un attore e la posizione di inferiorità in cui si trovano altre categorie».

La famiglia
«La mia famiglia è un santuario e nessuno è mai entrato in quel santuario. So che alcuni la sfruttano, la propria famiglia, per pubblicità. Io non ho nessun obbligo di farmi pubblicità. Solo di recitare meglio che posso. Tutto il resto è inutile: come lasciare le impronte delle mani e dei piedi sul marciapiede del Chinese Theatre di Hollywood».

Politica e occhi azzurri
«Un attore non ha forse diritto di dire la sua, di inserirsi nella vita politica del proprio paese? Essere attori toglie forse la cittadinanza a una persona? Ah! Tu non sei che un maleinformato, un isterico, hai gli occhi celesti e non leggi, cosa ne sai? Cosa vuoi saperne? Di cosa t'impicci?».

Popolarità e politica
«Me ne frego della popolarità. Il compito di un attore non è quello di custodire la sua popolarità, è quello di usare la sua popolarità per una causa giusta, muoversi, fare qualcosa. Io disprezzo chi non fa nulla e, se la maggioranza non fa nulla, non è detto che stia con la maggioranza; se le leggi diventano opprimenti, non significa che si debbano accettare le leggi».

Gli Oscar 1
«Si sa bene come funzionano i premi, sia ai festival che agli Academy Awards: più che un attore si premia una casa produttrice, un paese; più che un'onesta valutazione si fa un gioco politico, di convenienza».

Gli Oscar 2
«Mi piace ricevere Nomination, ma non credo che la mia vita sarebbe incompleta se non vincessi un Oscar. Certo sarebbe bello collezionare sessantanove nomination e un bel giorno, malfermo e traballante, deformato dall'artrite, vincerne uno».

Sulla sua fondazione umanitaria
«Io sono stato molto fortunato ed ora cerco di mettere la mia fortuna al servizio di chi ne ha avuta meno. Non ho fatto un grande salto né una cosa così straordinaria. E poi i bambini hanno più tempo davanti a loro, quindi maggiori possibilità di guarigione. Poi c'è un'altra cosa: gli adulti comprendono la malattia, i piccoli no. Nella struttura sul Giordano stanno assieme bimbi israeliani e palestinesi. Ogni volta che vado là penso quanto di buono si potrebbe fare se gli adulti riuscissero a tornare un po' bambini».
(stralci tratti da: L'Europeo n.8 - 2008; la Repubblica - maggio 2006; "Paul Newman" di Lawrence J. Quirk,Gremese editore)

(Davide Turrini da "Liberazione", 28/9/2008)

6 commenti:

Naji ha detto...

...magari avrebbe aiutato Liberazione a uscire dalla crisi!!
comunque è un personaggio molto borghese, tutto egocentrismo e buone intenzioni, le società basate sull'individualismo non cambiano certo grazie a questi personaggi.

matte ha detto...

Eeeeeh si, il naji è troppo politicizzato e legge tutto in chiave polìtia. Seondo me deve trombà di più....
mateetam

vinmele ha detto...

Naji, non ti facevo così marxista-leninista. È una conversione recente?

Naji ha detto...

Forse sono abbastanza di sinistra radicale come usa dire adesso,
forse però m'incazzo perchè trombo poco... ora la mi' moglie ha avuto la brillante idea di far venire in casa un'ucraina per aiutarla nelle faccende, una biondina alta e fatta bene di 25 anni... non la posso trombare e m'incazzo!!

vinmele ha detto...

Hai tutta la mia comprensione! Sapessi come ti capisco...

matte ha detto...

Naji, 'un ti piglià per ir culo da solo, 'un è che 'un la poi trombà, è che 'unsqbpez te la da lei (e ha ragione, manco tu fossi un ber fìo e ricco.....).
mateduro