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È il Good Friday, giorno di per sé non particolarmente allegro (di digiuno e penitenza nella tradizione cristiana: "good" nel senso di "virtuoso"). Fuori nel campus l'unica cosa che si muove sono gli scoiattoli a spasso tra gli alberi, che fanno rumore scricchiollando sulle foglie secche. Decido di fare una passeggiata, sfidando l'ostinata convinzione dei locali, secondo la quale è necessaria la macchina per fare più di trecento metri. Non è che mi aspetti molto da quest'escursione, ma la giornata è soleggiata, il cielo è terso e l'aria frizzantina. Vado giù per la discesa che si incontra dall'uscita 4 del campus, costeggiando la strada lungo un marciapiede appena accennato. Intorno, foreste di alberi – sembrano liquidambar, anche se accetto suggerimenti – ancora spogli. Sulla strada le automobili sfrecciano emanando ancora più gas in prossimità della salita, ma l'aria nonostante tutto è buona, grazie alle foreste e al venticello fresco.
Dopo circa una mezz'oretta di cammino arrivo nel centro abitato, che in realtà più che un centro è una periferia: quella della città di Paterson. Ex "silk city" nell'ottocento, è stata uno dei nuclei industriali più importanti della costa est. Qui si producevano anche i primi prototipi dei sommergibili Holland, le locomotive Roger e le celebri pistole di Samuel Colt. La comunità italiana fu particolarmente numerosa e verso i primi del novecento arrivò a contare circa 20000 persone, tra cui gli anarchici Errico Malatesta e Gaetano Bresci, la mano che uccise a Monza il Re Umberto I di Savoia. Il nome della città fu dato in onore a William Paterson, primo governatore del New Jersey e firmatario della costituzione americana del 1787 – uomo politico cui è intitolata anche l'Università presso cui lavoro. Oggi la città è degradata in maniera impressionante, esempio della velocità con cui mutano i paesaggi urbani statunitensi: le classi medio-alte hanno rapidamente traslocato nei sobborghi limitrofi verso New York, lasciando il centro agli ispanici più poveri (il 51% della popolazione). Tutti quelli che ho conosciuto si sono ben raccomandati di non andare in centro la sera – raccomandazione che suona ben strana alle nostre orecchie europee, abituati come siamo a collocare il disagio sociale nelle periferie.
Non faccio nemmeno in tempo ad orientarmi fra le modeste case in stile vittoriano che segnano l'inizio della città, che la mia attenzione è colpita bruscamente da un nome, da un'immagine. Accanto ad un centro commerciale, una insegna cattura il mio sguardo più delle altre e sono preso dall'impulso irrefrenabile di fotografarla. Certo, voi penserete, il nome del poeta patrio per eccellenza non può che suonare dolce alle orecchie di colui che si trova a miglia e miglia lontano da casa. Ma dentro di me sento che non è (solo) per questo che provo il desiderio di riportarvi questa immagine. Altro è legato a questo nome e a questo suono. Ve lo sottopongo affinché possiate giudicare voi stessi.
Buona Pasqua.
15 commenti:
Grazie per le immagini naturalistiche con cui hai aperto il tuo post. Con le indicazioni che ci hai dato ho provato a vedere qualche mappa e avevo avuto l'impressione che fosse una zona densamente popolata. Non so perchè ma mi fa piacere sapere che lì intorno ci sono dei boschi, forse l'evocazione della natura mi fa sentire a mio agio.
Buona Pasqua anche a te e a tutti i frequentatori della nostra "cena di classe".
Grazie per i tuoi commenti, Vale: ti davo per dispersa da troppo tempo. Temo comunque di aver toppato sul fronte naturalistico: da una ricerca in rete ho dedotto che sicuramente non sono faggi, ma non riesco a capire cos'altro. Se mi puoi aiutare te ne sono grato: vedrò di fornirti materiale.
Auguri anche a te.
Non ti starai mica riferendo a mì pà, vecchio marpione?
Non mi sono sopita, sto solo decantando un po di idee che faccio fatica a mettere per iscritto.
Volevo aggiungere i miei complimenti per la foto "alè, oh, oh!" che è davvero originale.
Andando sul link del pornocandidato ho letto degli aiku per il Tibet. Tu che ne pensi?
Per chiudere volevo dirti che io non c'entro niente con tutti quei voti sul sondaggio, che mi sembrano un po fasulli.
Ciao
Caro Matte, anche io ho pensato la stessa cosa, ma me ne sono stata zitta per paura di aver preso un abbaglio.
Macché abbaglio: MILLE PUNTI E BERSAGLIO CENTRATO! Ahr, ahr, ahr!
Aspettate che la foto la veda il Marva e le risate si sentiranno da oltreatlantico...
Il vecchio Dante Renato (o dato renante, se si preferisce), un uomo, un perchè. Grande Vince.
PS: ma quando torni in italia a guadagnarti il pane quotidiano?
E chi torna più?
Non so se essere felice o dispiaciuto per il tuo non ritorno. Mi sa che sarò felice....
matebastardo
Ma pensa se avessi trovato 'Dante&Gloria's'
hhehehehehe!!!!
Boia, mi metto alla ricerca subito: sono sicuro da qualche parte ci sarà! E se no, faccio un fotomontaggio io.
Ennò, eh? Se trovi dante & gloria vengo subito a nuova iorche anche io, non me lo voglio perdere. E se poi rintracci anche un mario & adele.......
matemario
Di Mario's ne ho visti parecchi, effettivamente. Comunque tra poco vi attende un post su mia zia Lucy Calabrese di Staten Island, con cui vi sdraio tutti definitivamente.
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