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Dopo aver lanciato questo giochetto delle canzoni, un pò di tempo fa, mi feci la mia lista. Lunga lunga. Da cui poi tirare fuori le tre + tre canzoni - quelle di allora, quelle di ora. Poi è rimasta lì e non ne ho fatto più di niente, indeciso su cosa togliere. Sono in ufficio, è un venerdì pomeriggio del cazzo, e senza nemmeno ricordare cosa avevo scritto sul mio quaderno, butto giù le mie. Invitando chi (praticamente tutti, tranne Valeria e il Ghila se non ricordo male) rimane in silenzio a mettersi in gioco e tirare fuori la propria listarella.
Liceo.
La prima è No surrender di Bruce Springsteen. Metto solo la prima strofa e il ritornello, così si capisce subito perchè questa tra le mille che potevo mettere.
Well, we busted out of class
Had to get away from those fools
We learned more from a three-minute record, baby
Than we ever learned in school
Tonight I hear that neighborhood drummer sound
I can feel my heart begin to pound
You say you're tired and you just want to close your eyes
And follow your dreams down
Well, we made a promise, swore we'd always remember
No retreat, baby, no surrender
Like soldiers on a winter's night with a vow to defend
No retreat, baby, no surrender
La seconda è Talkin' about a revolution, di Tracy Chapman. Perchè non mi dimenticherò mai quando Pierpa, appena tornato dall'america a focette a casa sua al mare dopo che ci eravamo rivisti, abbracciati, etc etc mi disse 'senti qua che bello' e mi mise il suo walkman con l'album di tracy chapman che in Italia ancora non si conosceva. E la prima era Talkin' about a revolution.
La terza è La mia banda suona il rock di Fossati, che in quella lista di cui sopra son sicuro non c'è ma: mi ricordo che la ballammo io e il matte a mille a rimini nella mitica sera che in discoteca il cane si presento tutto di bianco comprese le scarpe colla nappa (bianca anche vella) e la maglietta Italians do it better. E perchè Fossati è magico.
Ora e sempre.
Non sto a descrivere più di tanto, sennò diventa una pizza e perchè qua son cose più mie. Off he goes dei Pearl Jam. La canzone dei dodici mesi di Guccini. Don Raffae' di De Andrè.
Mi prendo la licenza del 6+1, come il superenalotto, e metto Azzurro di Celentano. Perchè è sempre stata la canzone preferita di Tina (abbiamo una registrazione in cui la cantava in modo stentato ma determinato a un anno e mezzo in culla) e perchè mi ha sempre dato un senso di gioia.
18 commenti:
Caro Malva,
noto con piacere che De Andrè è presente su tutte e tre le liste finora presentate. Non l'avrei mai detto, ne sono proprio contenta.
Ps: la serata a rimini fu davvero divertente
Caro Pa,
hai ragione: a furia di scrive sull'Ameria mi sono dimenticato la mia lista. Non so se fornirò canzoni altrettanto belle e appassionate (una che ti fa battere il cuore di sicuro però la becco), ma tant'è. Cominciamo:
1) Dancing in the Dark, perché è la prima canzone del Boss che ho sentito e visto: lui aveva la faccia a pinolo nel video, e invitava una figheira tipicamente yenkee a ballare sul parco. Era una scena terribilmente banale, però nella sua banalità mi colpì molto, perché si capiva che il tipetto in camicia bianca che ballava con i bicipiti in evidenza – per me ancora perfettamente sconosciuto – esprimeva una forza e una intensità sonora non comune anche in quella melodia facilmente orecchiabile: tanto bastò per farlo diventare uno dei miei cantanti preferiti dell'epoca (a proposito: come ha acutamente rammentato il Ghila, Sprengsteen è del New Jersey, dove mi trovo attualmente, come Frang "the voice" Sinatra (che sul vernacoliere cantava "son mafioso e son contento, son mafioso e me ne vanto")). E tanto bastò per cominciare a farmi fare tre serie di bilancieri al giorno.
2) Sono costretto a mettere un'altra canzone di Bruce Sprengsteen, perché devo ammettere che non ascoltavo altro quando stavo solo (in compagnia era diverso): tra le tante non posso che scegliere "The River", ma nella versione cantata in una raccolta dal vivo, che il Marva con la sua pazienza certosina, mi registrò su tre nastri, fotocopiandomi anche tutti i testi delle canzoni, persino rilegati in maniera rudimentale.
Quando questa canzone attacca con una improvvisa e potente soffiata di armonica – dopo uno sproloquio a voce bassa di Sprengsteen di un quarto d'ora in pieno slang che racconta dei suoi primi amori –, ancora oggi mi vengono i brividi addosso e le lacrime agli occhi. Sento nella musica lo stesso soffio del vento caldo e profumato della prima estate, che mi avvolgeva quando ero in sella alla mia Aprilia AF1, per andare a trovare il Matte o gli altri amici centauri (Marva, Ghila, persino il vespista Giabo), e insieme riempivamo di niente quelle prime giornate di vacanze che sembravano non finire mai.
Per quanto riguarda le canzoni che mi hanno portato nell'età adulta, sono più in difficoltà, mentre potrei continuare ad enumerare a piacimento quelle dell'adolescenza. Forse perché non l'ho mai superata veramente e infatti ogni tanto mi sogno che qualche insegnante non ben specificata (che potrebbe avere le sembianze della Ciampa, anche se trasfigurata dalla fantasia del sogno) mi fa dei cazziatoni perché sono rimasto indietro in matematica e fisica rispetto al resto della classe.
Facendo qualche sforzo supplementare, potrei suggerire una canzone direi non certo eccezionale e forse per i più insignificante come "Curre Curre Guagliò" dei 99 Posse (il cui ritornello principale fa "centro sociale occupato e mò c''o cazzo ce cacciate"), che coincide con il mio "coming out" politico universitario del 92. Era infatti la canzone che andava abbastanza durante l'occupazione delle facoltà di quell'anno, movimento studentesco che a differenza di quello più serio del 90 (conosciuto come "la pantera"), ebbe prevalentemente una finalità ricreativo-sessuale.
La seconda dell'età adulta la sceglierei tra una raccolta di Pino Daniele – autore tardivamente scoperto: ah, se avessi dato retta al Cane ai tempi del liceo... – che mi sparavo più volte al giorno tra l'aprile del 94 e il maggio del 95, quando facevo il servizio civile al comune di Castagneto Carducci, distaccato all'assistenza sociale.
Un periodo molto bello per l'incanto dei luoghi dell'alta maremma toscana (i cipressi "alti e schietti" di Bolgheri) ma soprattutto perché amoreggiavo con la mia bionda fidanzata piombinese di allora, anche se non privo di esperienze umane piuttosto aspre sul luogo di lavoro, sempre a contatto con persone disagiate psichicamente e socialmente.
Tra le canzoni di Pino che ascoltavo sceglierei – con grandissima difficoltà nell'escludere le altre – "Chi tene 'o mare", perché mi ricorda la posizione del monolocale che il comune aveva messo a disposizione degli obiettori a Marina di Donoratico (sul mare per l'appunto), dove mangiavo, bevevo e... a spese dell'allora ministro della difesa Domenico Corcione.
Saluti a tutti e grazie a chi avrà la pazienza di leggermi. E scusate la lunghezza, ma ne sentivo interiormente la necessità. Sono perfettamente d'accordo con il semprevalido Cane che "la vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda...". Di questo avevo appunto bisogno.
Bona a tutti!
Arieccomi! Mi sono accorto che effettivamente ho lasciato solo quattro titoli e che il buon Marva ne aveva concessi perlomeno altri due (il Ghila, quanto mai prodigo, ne ha lasciati venti).
Allora velocemente: per le canzoni dell'adolescenza sceglierei una tra le due di Antonello Venditti che risuonavano nelle mie estati maremmane, nel paesino di Alberese (Gr), dove papy e mamy mi infliggevano due mesi di forzata spensieratezza balneare: "Ci vorrebbe un amico" o "L'insostenibile leggerezza dell'essere", forse con una "leggera" preferenza per la prima.
Per l'età adulta sceglierei "Buena Vista Social Club", omonimo brano nella raccolta di pezzi di jazz cubano curati da Wim Wender, cd regalo di laurea della mia allora fidanzata pisana: essendo arrivata con un certo ritardo (la laurea, non la fidanzata), ha segnato un vero spartiacque tra adolescenza ed età adulta e quella canzone ne rappresenta una delle principali colonne sonore.
Ciao a tutti: qui nevica e io ciononostante devo andare a pranzo a New York, alla faccia vostra che siete ad ascoltare la radiolina con le partite alle Piagge.
A ri-bona!
beh, c'è molto sound partenopeo nelle scelte di vince. son contento: napoli è una delle cose che più mi intriga. non sono napoletano ma non mi dispiacerebbe che i miei avi lo fossero.
Caro Ghila,
bisogna considerare che anche New York e il New Jersey sono alla stessa latitudine di Napoli: quindi in fondo anche con Sprengsteen rimaniamo in zona...
le tue canzoni però dovevano andare in un post, non nei commenti, permettimi questa critica.... formale.
per Valeria preciso che scegliere Don Raffae' è stato un attimo in un certo senso, perchè è legato a un periodo preciso della mia vita, era il 1990 e usciva questo album magico, le nuvole, mentre molte cose mi accadevano... e durissima per un altro, perchè De Andrè ha almeno venti canzoni dentro cui val la pena perdersi.
Si, hai ragione che dovevo mettere le canzoni nel post, ma non ci ho pensato e non ho pensato che mi sarebbe piaciuto raccontarmi così tanto attraverso le canzoni... è effettivamente una bella esperienza. Comunque posso aggiungere una lista.
Vincè è un cazzaro, fa il blog e poi fa casino, buuuuuuuuu.
matemito
Bastardone: fai le incursioni pirata, cazzeggi e te ne vai senza lasciare post!
E' vero, sono viscidissimo (eh eh eh eh).
matescivoloso
Ma come cazzo hai fatto a ricordarti le scarpe con la nappa bianca.....................................................
Cane, quelle sono cose che non si possono dimenticare....
mate
w la nappa del cane
Piano piano mi sto riavendo da un mega raffredore che mi ha provocato un ottundimento cerebrale non indifferente. Quindi mi appresto a riprendere lentamente la mia attività di commento ai post altrui iniziando da quello del Marva che si distingue per numero di commenti e per la consistenza degli stessi.
Tutto sto' antefatto perchè anche io voglio ribadire che:
le scarpe di Massi erano davvero mitiche.
Basta così per ora....ciao.
La Vale
La Vale bona.
Anonimo
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