venerdì 29 febbraio 2008

dalle foto di scuola. puntata n.2.

... spalle alla porta ricevo la palla, "sento" l'avversario, mi appoggio su di lui, non faccio "ponte" ma finto a destra, dribblo secco a sinistra e vado in goal. facile no? il mio marcatore resta fermo a guardarmi. non ci faccio caso, dobbiamo pareggiare o no? l'aria è densa di sudore e sotto l'eternit della copertura è fuori norma 626. il campo di gioco largo dieci metri e lungo ottanta sembra più che altro una bocciofila. le porte sono due giacchette della tuta sempre più impolverate. ma siamo nel 1984 ed è tutto ok.
rientro a centrocampo, i miei mi guardano contenti e lui è sempre lì, dietro a me. mi sta incollato e adesso lo guardo meglio.
è più alto di me. è più robusto. un riccioletto, moro, con un paio di occhiali tondi davanti ad un paio di occhi tondi. porta un paio di jeans, le "polacchine" e una maglia di ciniglia a righe orizzontali in tonalità dal verde al grigio. il viso arrossato e l'espressione? ecco è proprio la sua espressione che mi colpisce. ho giocato tante volte e che si giocasse di punti o di niente ho quasi sempre trovato nel mio diretto avversario un'espressione di sfida, di grinta, di cattiveria agonistica, di determinazione, di voglia di vincere, di sport da uomini duri, specchio perfetto della stessa mia faccia. così vogliono gli allenatori e così vuole il gioco del calcio. io mi sono adeguato e non solo e non sempre dentro al campo. ma questa volta no.
lui mi guarda e con la testa inclinata sulla spalla mi sorride. sembra volermi dire: beh, ho fatto del mio meglio e... tu sei stato più bravo. ma forse è un'impressione. boh..
altra palla.
stavolta ci arrivo un po' lungo e dovrei lasciar perdere ma, come dicevo prima, non sono abituato. entro lo stesso. in ritardo. entro male.
prendo la palla d'accordo, ma prendo anche lui.
ho sul volto la solita espressione di sfida, di grinta, di catt.....
ma mi va via subito.
lui mi guarda con la solita espressione di prima.
io vorrei scusarmi e inizio col dire: oh guarda, non l'ho fatto apposta. è solo che...
e lui: tranquillo, si gioca a pallone.
basta qui. mi basta e mi avanza.
per come sono fatto io tre parole nel posto giusto e al momento giusto mi bastano per tutta la giornata. se poi alle parole seguono un paio di fatti, allora mi bastano per tutta la vita.
questo è il matte, ragazzi.
il matte che ho conosciuto io nel 1984 e vi garantisco che è rimasto lo stesso.
siamo diventati amici da subito e lo siamo rimasti sempre, fino ad oggi.
da quel giorno ha praticamente smesso di essere il mio marcatore diretto per diventare, prima uno dei miei compagni e poi quello che spesso mi faceva vincere le partite.
io, quando gioco, voglio vincere.
nel 1984 al matte questo non interessava.
provate a chiederglielo oggi?

nota: ho scritto queste righe, primo per sottolineare (e con una certa presunzione) il regalo che gli ho fatto venticinque anni fa (l'amicizia è pari ma la voglia di vincere nel gioco del pallone, quella lui la deve a me e se ci pensa seriamente, lo ammetterà), secondo per provocargli una reazione (attendo come tutti un suo post e se lascia per terra la maschera di mategiocoso e lo scrive vi sorpenderà).
ciao matte, ti ripasso quella palla che attendi dal 1984.
anche se purtoppo per me, adesso, saresti capace di riprendertela da solo.
il vostro cecconetzer.

4 commenti:

matte ha detto...

Ma sei sicuro che ti dissi "tranquillo, si gioca a pallone" piuttosto che un bel d.. maiale (eh eh eh)? Non mi ricordavo questo splendido episodio e ti dirò di più, leggendo speravo di essere io quel marcatore occhialuto, come in effetti è stato. Vabbè, và, bando ai sentimentalismi, mi toccherà di scrivere un post tutto per i miei compagni di sQuola.
mateocchialuto

vinmele ha detto...

Scusate, ma perché "puntata n. 2"? Mi sono perso forse qualcosa?

matte ha detto...

E' che Cristiano è originale, oltre ad aver messo un post il 29 febbraio (ti pare che si lasciava sfuggire un'occasione simile?) è partito dal numero 2 saltando l'1: chiamiamola licenza poetica.
matepoetico

vinmele ha detto...

Matte, comunque a questo punto se non scrivi un post sei (come dicono a Napoli) "nu miez'ommo" (un mezzo uomo).